21 Feb Psicosomatica
Numerose ricerche mediche, psicologiche e sociali documentano la notevole influenza della psiche e degli eventi stressanti sul corpo e sulla salute. Tra le ricerche psicologiche sono da citare gli studi sull’efficacia di un particolare compito di scrittura sulla salute fisica. In esperimenti ripetuti più volte, coloro che lo hanno eseguito hanno goduto nell’anno successivo di una migliore salute rispetto a gruppi di controllo e, se alcolisti, hanno ridotto l’assunzione di alcool. Il compito ha poche controindicazioni e può vantaggiosamente essere adattato alle esigenze individuali per cui è comunque opportuna la prescrizione da parte di uno psicologo e/o psicoterapeuta. Anche parlare con uno psicoterapeuta, almeno per soggetti sani, procura benefici analoghi. Se questo compito di scrittura ha un’ efficacia generica sullo stato di salute, per problemi specifici sono spesso necessari interventi psicologici mirati da parte di psicologi-psicoterapeuti che affianchino le cure mediche. L’opera dello psicologo è tanto più importante in quanto in genere è molto difficile collegare i sintomi corporei patologici con gli stati emotivi e gli eventi esistenziali dell’individuo.
C’è una discontinuità tra il pensiero cosciente e il corpo. I sintomi fisici d’altronde non hanno la parola, non la utilizzano, possono parlare solo per simboli, con un linguaggio che un informatico chiamerebbe “analogico” cioè simile in qualche modo a ciò che vuole significare, mentre la parola è un linguaggio digitale, vale a dire che non c’è una somiglianza, un’analogia spiccata tra parola e ciò che rappresenta (tanto è vero che lo stesso oggetto in lingue diverse viene chiamato in modi totalmente diversi). I due linguaggi, analogico e digitale hanno ciascuno vantaggi e svantaggi; l’analogico in particolare ha lo svantaggio di non essere chiaro, univoco e ciò spiega la difficoltà di interpretare il significato dei sintomi del corpo.
Secondo Gaddini [1981] la patologia somatica risulta essere una fantasia difensiva rappresentata in una determinata funzione somatica, alterata in funzione del senso mentale. Lo sviluppo della fantasia, ipotizza l’autore, sembra avere inizio con fantasie espresse nel funzionamento somatico (fantasie nel corpo); ad esse fanno seguito fantasie visive, identificate come le prime rappresentazioni mentali del Sé corporeo (fantasie sul corpo).
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